L'Università che vogliamo

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  1. Lorenzo ha detto:

    L'articolo è pieno di buoni propositi ma sfiora appena il nodo di fondo: l'affossamento dell'università pubblica è intenzionale e rappresenta lo scopo non dichiarato di tutti i progetti di riforma del sistema educativo (scolastico e universitario) presentati negli ultimi 25 anni da destra e sinistra.
     
    Come per la privatizzazione dei servizi pubblici il fine non è certo migliorarli, ma svenderli alle multinazionali in cambio di tangenti miliardarie, l'idea soggiacente all'immiserimento dell'università pubblica è quella di consegnarla ai privati, i quali la rimodelleranno e la finanzieranno a modo loro e per le loro finalità. Il sapere umanistico sopravviverà nella misura in cui saprà trasformarsi in think-tanks asserviti ai poteri forti. La ricerca scientifica diventerà una propaggine del mondo aziendale. La ricerca a lungo termine continuerà ad esistere solo in ambito militare (con tutte le sue ricadute: informatiche, biochimiche, aerospaziali ecc.).
     
    E questi stilano manifesti per chiedere l'assunzione dei ricercatori… pensino a fare la rivoluzione.

  2. Tonguessy ha detto:

    Purtroppo l'articolo non illustra le attuali disposizioni relative al turn-over: per ogni 5 dipendenti universitari (siano essi professori, ricercatori, tecnici o amministrativi) che vanno in pensione viene messo a ruolo una sola persona. Fate una proiezione dell'andamento delle risorse umane in base all'attuale età media anagrafica e vi rendete subito conto che non potrà durare a lungo. 

    Altro discorso è quello delle Fondazioni, dove lo Stato svende i propri gioielli per far felici gli investitori privati che, si sa, non hanno a cuore niente che dovrebbe interessare lo Stato stesso, ovvero il benessere della più ampia percentuale di cittadini.

  1. 6 Marzo 2012

    […] Fonte: https://www.appelloalpopolo.it/?p=6082 ShareTopics: Istruzione […]

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