Il contesto storico e ideologico che predispose lo sfacelo della scuola di Stato

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Una risposta

  1. Franco Cordiale ha detto:

    Non sapevo della vostra esistenza. Ma leggendovi, comprendo e condivido la vostra analisi. Sono nella scuola da 40 anni e ne vedo il vero, programmatico SFACELO. Attaccata la funzione docente, in ogni modo: dal trasformare la scuola di massa in una BUROCRAZIA di STIPENDIATI, identificati con un numero di graduatoria, al fatto di svuotare il nostro peso in senso didattico, disciplinare, valutativo. Si finge che siamo “professori”, in realtà siamo figure deboli ed ibride, costrette a ruoli contraddittori. Dobbiamo far lezione, assegnare voti, colloquiare coi genitori a riferire se il figlio /a va bene oppure no…. ma in ogni istante possiamo venire aggrediti e svalutati in nome della VULGATA PEDAGOGISTA “democratica ed inclusiva” la quale si aspetta da noi un mix di comportamenti che vanno dalla “comprensione” per disabilità e BES (bisogni educativi speciali) di ogni tipo, per condotte disturbanti riconducibili al “disadattamento” di cui certi soggetti sarebbero “vittime” e come tali NON giudicabili né tantomeno sanzionabili…ad una sorta di psicologismo o sociologismo dilettanteschi, secondo i canoni della cosiddetta “peer education”, dove il docente, pari tra i pari, cerca di combinare qualcosa coi lavori di gruppo, sperando che gli diano retta e naturalmente che i genitori non si fiondino dal preside a protestare perché il prof …é rimasto indietro nel programma ! Peraltro le ore curricolari vengono via via limate: “accoglienza”, “antidroga”, educazione stradale, alla legalità, al dialogo con il diverso, alla multi – culturalità…etc” Anche se fai i salti mortali per starci dentro, sarai sempre criticato per qualche ragione. Perché hai spiegato tre pagine, ma hai assegnato la quarta (facendo recuperare a casa sulle ore perse in auto-gestione, metti)…perché hai ritirato l’immancabile CELLULARE che il regolamento d’istituto vieta, ma che poi usa ognuno a suo comodo, chattando, chiacchierando e trattando il docente che spiega come un burattino di cui prendersi gioco. Chiudo questa breve analisi veritiera e del tutto attendibile, costruita sull’esperienza e non sulle ciarle ideologiche di regime. Domando: dopo l’appello dei 600 docenti universitari, perché non scrivere un MANIFESTO alternativo sulla scuola di oggi, nel quale l’80 – 90 % degli insegnanti si riconoscerebbero senz’altro ? Al potere interessa una pseudo scuola: parcheggio, progettificio con soldi pubblici e talvolta privati, distribuiti a chi vi partecipa, ASILO per BAMBINI de-responsabilizzati dai 5 ai 20 anni, una specie di bolla di sapone dove le attitudini e il merito, canoni maestri per entrare in una logica vera di studio e di lavoro, conteranno sempre di meno.

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