Taggato: modernità

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Attualità del pensiero di Christopher Lasch

di CLAUDIO GIUNTA (italianista; Università di Trento) Christopher Lasch (1932-1994) era un conservatore di sinistra. Che fosse un conservatore, non è difficile da dimostrare. Il suo libro più importante, The True and Only Heaven (tradotto da Feltrinelli col titolo Il paradiso in terra), è una critica dell’idea di progresso così come essa è stata formulata dai moralisti inglesi del Settecento (Mandeville, Hume, Adam Smith) e difesa, nel corso del Novecento, tanto dai liberali di destra...

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Il paradigma mediterraneo

di GEMINELLO PRETEROSSI (Università di Salerno) Il volume curato da Danilo Zolo e Ferhat Horchani [Mediterraneo – Un dialogo fra le due sponde, ed. Jouvence, 2005, ndr]  rappresenta un esempio efficace di ciò che può significare, al di là di ogni retorica, il dialogo tra culture, e di quanto prezioso possa essere tale approccio in una stagione di tristi riduzionismi e usi politici del concetto di civiltà sì caricaturali (soprattutto in Italia), ma non per...

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La mancanza di una cultura politica

di DAVIDE VISIGALLI (ARS Liguria) Qui vi voglio proporre un’analisi interessante di Friedmann, sociologo tedesco-americano (tratto da: Lucania trent’anni dopo, La critica sociologica, fase 69, primavera 1994). Lo studioso fa un confronto, basato su esperienze soggettive, tra la Lucania post II guerra mondiale e quella di 30 anni dopo, quando vi ritornò. Ho ripreso questo testo perché penso sia in grado di dare uno spaccato sociale non banale di quei periodi storici, da cui l’autore...

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La modernità come livellamento e omologazione

di GIACOMO LEOPARDI Analisi lucida e profetica di uno dei maestri del “pensiero italiano”. Tutto quello, si può dire, che i moderni viaggiatori osservano e raccontano di curioso e singolare nei costumi e nelle usanze delle nazioni incivilite, non è altro che un avanzo di antiche istituzioni, massimamente se quelle particolarità spettano alle classi cólte. Perché la natura, quando è piú libera, come anticamente, e ora in gran parte appresso il popolo, è sempre varia....

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Ipermodernità

di VANNI CODELUPPI (Sociologo) Negli ultimi decenni, molti sociologi, soprattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra, hanno fatto ricorso all’aggettivo «postmoderno» per definire in maniera sintetica le società contemporanee. Il problema però è che oggi abbiamo sempre più a che fare con delle società che sono chiaramente ancora moderne. Infatti, più che porre l’accento sul «post», cioè sull’arrivo di un processo di totale cambiamento rispetto all’epoca della modernità, è necessario pensare che quest’ultima sia entrata in...

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Kubark Society

E con questo si chiude probabilmente una trilogia di articoli che prende spunto dal simbiotico rapporto tra ideologia politica, sistemi economici e sviluppo scientifico. La considerazione nasce dall’approccio a me caro della “visione d’insieme” delle dinamiche sociali. Quella visione che tenta, come amano asserire ormai in molti, di unire i puntini del variegato ed apparentemente illogico disegno a schema libero che si cela misterioso dietro i numeri, le coordinate, le linee rette e gli spazi...

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Noio vulevòn savuàr

Mi sveglio al suono del timer e faccio colazione con uova e bacon accompagnate da spremuta d'arancia mi preparo esco di casa per arrivare in università è un rush forsennato devo utilizzare l'internet point della facoltà per conoscere l'orario di quel seminario che dovrò seguire nel pomeriggio e che si chiama tipo “Law e qualcosa…” spero che la pagina web lo riporti altrimenti sarò costretto a chiedere presso altri uffici del campus quindi accedo alla...

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Surrealismo o Futurismo?-2

Se per Benedetto Croce "per chi abbia il senso delle connessioni storiche, l'origine ideale del fascismo si ritrova nel futurismo", per Antonio Gramsci "I futuristi hanno svolto questo compito nella cultura borghese: hanno distrutto, distrutto, distrutto; hanno avuto la concezione nettamente rivoluzionaria, assolutamente marxista, quando i socialisti non si occupavano neppure lontanamente di simile questione". [1] I futuristi dovettero decidere quale atteggiamento politico prendere davanti alla “concezione rivoluzionaria” di cui parlava Gramsci. Ci ritroviamo ancora...

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Nonno Attilio

Erano venuti a prenderlo una gelida mattina di novembre 1942. Aveva appena fatto in tempo a vendere la “mussa” (l'asina) assieme al carretto con cui consegnava legna e carbone per essere portato via dal camion dei fascisti. Assieme a lui una dozzina di altri uomini che dovevano essere deportati, probabilmente padri di famiglia come lui. Lasciava così senza sostentamento la famiglia, con mia madre (in quei giorni undicenne) figlia più “vecchia” di quattro fratelli. Sarebbero...

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Sbarazzarsi della Sinistra- il caso URSS

Sia ben chiaro che tutta la questione del bipolarismo geopolitico dantan non mi ha mai entusiasmato. Dover decidere tra il rutilante capitalismo delle Ferrari ed il grigio socialismo delle polverose vetrine polacche non è mai stata una scelta che mi ha interessato. Alcuni sono giunti a chiamare il socialismo del blocco di Varsavia con il nome di capitalismo di Stato, ovvero “un modo per criticare la mancata gestione dell'economia da parte delle masse lavoratrici e...

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11 Settembre e 16 Novembre

  In questi giorni siamo in piena commemorazione del fatti terribili dell'11 settembre. Quando si dice 11 settembre si intende solo una cosa: quegli aerei dirottati da arabi che, armati di taglierini, riescono a demolire il World Trade Center con manovre tanto spericolate quanto precise. L'unico 11 settembre che telegiornali e media si impegnino a ricordare è questo. Come se non ci fossero stati altri 11 settembre prima del 2001, né quelli successivi potranno mai...

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Giacometti a Bhopal

Confesso di non avere mai sentito parlare di Alberto Giacometti fino a quando non ho cercato su internet “Van Gogh asta record”. Sapevo di un'asta record di un dipinto del celeberrimo pittore fiammingo e volevo conoscerne i dettagli. Con mia grande sorpresa tale asta (valore attorno ai 90 milioni di dollari) era stata superata da altre due strepitose vendite: un Picasso del periodo rosa (circa 100 milioni di dollari) e "L' Homme qui marche, I"...