Contro la guerra al terrorismo internazionale
La guerra al terrorismo internazionale è una categoria ideologica, volta ad ingannare e persuadere i popoli a partecipare ad alleanze aggressive e guerrafondaie, che hanno ben altri scopi, siano esse perorate dagli USA, dalla Francia, dalla Russia, dall’Inghilterra o da altri: gli scopi mutano di volta in volta – ora imperialistici, ora regionalistici, ora nazionalistici, ora meramente propagandistici e di distrazione dell’opinione pubblica nazionale – ma sono sempre altro rispetto a quelli vagamente evocati dall’insignificante e ingannatorio slogan della “guerra al terrorismo internazionale”.
Come si fa a combattere il terrorismo internazionale? Che significa combattere il terrorismo internazionale?
Il terrorismo internazionale non è soltanto quello dello Stato Islamico, che peraltro ha colpito Russia e Francia dopo che esse lo avevano bombardato. E’ anche l’arresto della ex moglie di Al Baghdadi e della figlioletta appena nata da parte dello Stato del Libano. E’ anche quello della Russia, che bombarda già da due mesi in Siria senza scendere sul terreno di battaglia e affrontare i suoi nemici. E’ quello che l’Italia ha praticato nel 2011 in Libia, quando abbiamo distrutto uno Stato, limitandoci a bombardare dall’alto e non concedendo all’esercito libico, sottoposto al plotone d’esecuzione del quale facevamo parte e che ha sparato alle spalle per otto mesi, l’onore di poterci almeno combattere in una battaglia; disonore che per secoli graverà sulla nostra nazione. Ed è quello che gli Stati Uniti praticano continuamente ormai da tre decenni e che in realtà hanno sempre praticato almeno fin dalla seconda guerra mondiale.
Chiunque ci inviti a combattere il terrorismo internazionale sta cercando di ingannarci, perché vuole attrarci a combattere un terrorismo internazionale nel suo interesse (imperialistico, regionale, nazionalistico o di propaganda).
Respingiamo.
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